Elaborato: a Modena,
Italia, dal 13/07/2011 al 23/07/2012 SINTESI. (Versione 5.0 provvisoria)
Contatto: antonio.campo@email.it ; @demosinergiaABSTRACT – PROGETTARE UNA DEMOCRAZIA SINERGICA
Le forme di democrazia sul pianeta hanno tanti esempi di
strutture istituzionali tutte affette da forti carenze e deformazioni ormai diventate
evidentemente insopportabili la cui soluzione non è da ricercarsi nella
proposta politica quanto nella traduzione concreta dei principi di
funzionamento delle istituzioni.
La prima impressione che si ha ad ascoltare gli esperti
di ingegneria costituzionale lascia sconfortati. I più vedono la democrazia
come una rappresentazione illusoria del’autogoverno del popolo, che
un’oligarchia o un sistema di poliarchie, utilizza per legittimarsi ogni 5 anni
alla popolazione votante. A volte alcuni frammenti di novità che aumenterebbero
l’effettiva partecipazione del popolo ai processi decisionali dello stato, vengono
girati tra le dita ma sembra non trovasi il modo convincente per inserirli
funzionalmente nel puzzle istituzionale.
In questo scritto si propone e si progetta una nuova
forma di democrazia.
Se si misura la democraticità di un regime nella quantità
di controllo effettivo che la popolazione ha sulle classi dirigenti questa probabilmente
è una delle forme di democrazia più avanzate mai sperimentate.
La soluzione proposta non è affatto semplice, anzi! Essa
si avventura in un approccio culturale ed una costruzione d’ingegneria istituzionale
molto lontana da quelle esistite e da quelle vigenti anche se i molti elementi
utilizzati per la proposta sono storicamente comparsi, in modo isolato e
slegato, in più occasioni.
La complessità risultante è tale che non possono essere
facilmente sintetizzate in poche righe le differenze dai modelli esistenti
anche perché molte di esse si basano su elementi relazionali.
Sempre più sentirete parlare di Democrazia Sinergica come una delle forme di democrazia tra le quali scegliere. Questa forma è caratterizzata dalla fusione inestricabile delle varie forme di democrazia rappresentata e di democrazia diretta, viene riprogettata la struttura della legge, vi è un utilizzo istituzionalizzato e massivo di internet che permette il controllo e la partecipazione informata ed in tempo reale di grandi masse di elettori politicamente interessati.
Vi sono alcuni punti rivoluzionari rispetto gli ordinamenti vigenti:
·
il primo è il concetto di “Rigenerazione
Democratica” che consiste in una effettiva riproposizione annuale del rinnovo
del mitico contratto sociale e del rinnovo della legislazione condizionante il
potere politico fatta da un campione di comuni elettori estratti a sorte;
·
il secondo è il concetto di “Non Comprimibilità
della Delega Politica” che consiste nel mantenimento assoluto della parità di
voto di ogni elettore, in ogni passaggio rappresentativo, senza alcuna
possibilità di annullamento della forza di delega;
·
il terzo è della “Rigenerazione della Delega
Politica” che consiste nella frequente modifica del peso di delega di ogni
rappresentante in carica da parte degli elettori;
·
il quarto concetto è lo spostamento consistente di
parti dei processi decisionali della selezione della rappresentanza politica
dal sistema elettivo “Democrazia Elettiva” al sistema ad estrazione statistica “Democrazia
Statistica”
·
il quinto concetto è relativo al metodo d’individuazione
della dirigenza amministrativa apicale passando da una scelta politica discrezionale
“Mandato Fiduciario” ad un sorteggio tra un preselezionato numero di candidati
“Selezione Sinergica”;
·
il sesto concetto è la “Potatura Legislativa”
caratterizzata da una forte azione istituzionalizzata di manutenzione continua
della coerenza delle leggi con la Legge Costituzionale e con le leggi sovra
ordinate;
·
il settimo concetto è l’ “Organicità
Legislativa” che consiste nell’inquadramento di tutta la legislazione in testi
unici multilivello di soggetto legiferante la cui comprensibilità e la cui applicabilità
diventa come un elemento d’intervento permanente di altri elementi
istituzionali;
·
l’ottavo concetto è la modularità e scalarità del
modello che può essere applicato dal livello comunale al livello statale arrivando
agevolmente al livello continentale e quindi al livello planetario;
Vi sono decine di altre micro rivoluzioni possibili nel
nuovo approccio che acquistano senso ed equilibrio solo nel nuovo contesto
quindi lascio scoprire un pezzo alla volta tale novità culturale.
Questa proposta di Democrazia Sinergica parte da tre domande:
·
Chi regola la politica? – In democrazia sono
i politici eletti che si autoregolano e
questo li pone in un conflitto d’interesse enorme che genera distorsioni sotto
gli occhi di tutti. La soluzione proposta è il “Parlamento
Regolatore”. Un organo legislativo temporaneo
è fatto da “elettori comuni” che è annualmente selezionato ad estrazione
statistica, il cui compito principale consiste nel correggere o confermare le
regole di funzionamento delle istituzioni e della politica. Tale istituto
realizza la Rigenerazione Democratica per cui si rinnova effettivamente il
contratto sociale che delega il potere dell’autodeterminazione dall’individuo
alla società. A sostegno di tale idea vi sono alcune considerazioni:
o
è necessario distinguere chi stabilisce le
regole del funzionamento della politica da chi svolge politica in modo
professionale in quanto solo persone che non possono avvantaggiarsi
direttamente delle regole prodotte possono essere sufficientemente equilibrate
nel produrle essendo più condizionate dalla propria cultura e dalla volontà che
siano regole efficaci per il bene complessivo che dalla possibilità di
vantaggio personale;
o
risulta essere più rappresentativo un campione
di popolazione selezionato con metodo statistico che un campione selezionato
tramite votazioni;
o
permettere agli elettori, pur nella forma di una
rappresentanza statisticamente formata, di corroborare le leggi fondamentali
dello stato e del patto sociale rende estremamente coinvolgente e sentita la
costituzione e la politica da ogni cittadino potenzialmente chiamato a
confermarle o modificarne alcuni termini.
·
Vi è un controllo politico sufficiente degli
elettori sugli eletti? - Il controllo è vistosamente carente e spesso si riduce
in un’elezione farsa ogni 5 anni. La soluzione proposta è l’elezione di un “Parlamento Legislatore” monocamerale
con il voto di delega ai rappresentanti politici “pesato, condizionato e frequente”.
A sostegno di tale idea vi sono le seguenti considerazioni:
o
la politica non è attività che possa essere
fatta costantemente per improvvisazione, infatti, un conto è stabilire o dare
correttivi alle regole del funzionamento democratico ed un altro è dover
valutare, con coerenza politica, innumerevoli tematiche. Quindi è necessario
che vi siano dei professionisti della politica permanenti che possano prendere
delle decisioni per tutti;
o
quando gli elettori danno la delega legislativa agli
eletti questi devono avere il peso di voto equivalente alle persone che hanno dato
loro la delega e le stesse devono poterla anche revocare prima della scadenza
del mandato a scadenze ragionevoli. La proposta articola un meccanismo che crea
queste condizioni nel controllo della delega tramite una rideterminazione
periodica ma frequente del peso di delega assegnato ad ogni eletto e assicura
che il valore di ogni voto degli elettori rimanga paritario in tutti i passaggi
garantendo una forma di revoca del mandato e una effettiva rappresentatività
individuale che indica anche nell’ambito degli aggregati politici le preferenze
dell’elettorato;
o
in politica vi è la necessità di assicurare un
continuo ricambio di persone che prescinde le capacità o i meriti individuali
se non si vuole sopportare la creazione di una casta che si rinnova lentamente per
cooptazione, per tale ragione deve essere messo un limite alla ricandidabilità
e alla durata continuativa tra incarichi istituzionali.
·
Vi è una effettiva possibilità degli elettori di
influire sull’agenda politica? – se consideriamo un fatto storico tutto
italiano vediamo che gli elettori, con un voto referendario, cancellavano il
finanziamento pubblico ai partiti mente i politici, immediatamente, lo ripristinavano
con altro nome, ciò dimostra che non vi è una effettiva influenza degli elettori ed in alcuni casi vi è un
dispregio nei confronti delle rare volte che una pronuncia diretta sia data in
contrasto con gli interessi diretti della maggioranza dei rappresentanti
eletti. Le modifiche di legge difformi dal voto espresso sono, di fatto, senza
effettivo diritto di replica o controllo. La soluzione proposta è instaurare
una rivoluzione partecipativa propositiva e dialettica continua garantita dai “Parlamenti Deliberativi” e dal “Parlamento Popolare”. A sostegno di questa idea
si considera che:
o
il sistema referendario è uno strumento
macchinoso e spesso inefficace se non in rare situazioni (dispendioso per le
risorse economiche ed organizzative della società e faticoso per l’elettore
medio) (rigido e non elaborabile per gli elettori votanti);
o
l’iniziativa popolare deve essere
istituzionalizzata in sedi permanenti che mantengano le caratteristiche di non
professionalizzazione come elemento di influenza demoscopica misurabile delle
scelte politiche e come banco di prova continuo della rispondenza degli eletti
(in cerca di consenso per la propria visione e mediazione) con gli elettori (in
cerca di rappresentanza e di soluzioni condivisibili) per questo si propone il Parlamento Popolare tramite internet;
o
la partecipazione non può essere lasciata
prevalentemente agli elettori fortemente politicizzati in quanto si avrebbe una
distorsione nella rappresentazione politica della società e quindi i Parlamenti
Deliberativi adottano la selezione a campione statistico rappresentativo chiamata
“Selezione Sinergica”;
o
per alcune tematiche particolarmente tecniche,
il campione statistico selezionabile per i Parlamenti Deliberativi, tiene
conto, nella selezione, della parte più acculturata dell’elettorato non
politicizzato, ovviando all’imbarazzante ignoranza dei politici professionisti
in problematiche di una certa complessità che spesso portano anche l’elettore
medio ad affidarsi al parere di qualcuno che “sembra” capire l’argomento;
o
il Parlamento Popolare invece permette
l’intervento diretto di ogni elettore con un meccanismo di emersione delle
mozioni più sostenute e una proposizione delle stesse nelle sedi Legislative come
ordine del giorno, interrogazioni ed altro.
Nella progettazione della Democrazia Sinergica ogni
aspetto della democrazia rappresentativa viene ridefinito e messo in relazione
con nuove componenti.
Le tre funzioni della democrazia, di ispirazione liberale
(legislativa, governativa e giudiziaria), vengono scomposte ulteriormente e
vengono costruiti sistemi interattivi che distaccano il funzionamento
istituzionale dalle virtù individuali e collettive. Si rende molto
partecipativa e policentrica la funzione legislativa, si distacca il rapporto morboso
tra Parlamento Legislatore e Governo, aumenta il controllo sul Governo da parte
degli elettori lasciando però allo stesso la possibilità di fare delle
politiche impopolari per un tempo limitato.
Si tiene conto che dare il potere al popolo non vuol dire
che il volere diretto del popolo può decidere senza nessun argine. La volontà
popolare è sovrana nei limiti dei principi repubblicani e nel rispetto della
libertà ed effettiva dignità della persona.
Viene proposta, quale
articolato spunto di riflessione, un’evoluzione del pensiero democratico -
liberale che produce una ridefinizione della gerarchia delle leggi, dei
soggetti che agiscono sulle stesse e sulle dinamiche istituzionalizzate fra
questi.
Vi è un evidente problema di ipertrofia di leggi, un
corpo legislativo scritto in modo incoerente in innumerevoli leggi
omnicomprensive, la difficile comprensione delle stesse perfino agli addetti ai
lavori per il modo in cui sono scritte e per il modo in cui influenzandosi a
vicenda assumano spesso effetti grotteschi. Tutto ciò rende l’attività
legislativa attuale priva di un responsabile della sua coerenza se non nella
pluralità dei legislatori spesso presi nell’affermare il proprio particolare.
Si rende necessaria una scomposizione ulteriore della
tipologia e struttura delle leggi. Questa operazione non viene proposta per
fini estetici quanto per motivi strettamente strumentali e necessari al
funzionamento dei vari Parlamenti specializzati e del Governo. In particolare
scompone la Legge Costituzionale in due corpi di legge distinti per funzioni, distinti
per modalità di produzione, distinti per procedure di modifica e referenti
legislativi.
La parte della Legge Costituzionale dei principi viene particolarmente
protetta e affidata a processi di modifica tramite i Parlamenti Deliberativi Qualificati
con doppia delibera da parte di Parlamenti selezionati in anni differenti e referendum
approvativo finale con quorum approvativo dei due terzi.
La parte relativa al funzionamento dello Stato viene
affidata al Parlamento Regolatore con doppia lettura di approvazione da parte
di Parlamenti Regolativi selezionati in anni differenti, inoltre, opera una suddivisione
della legislazione ordinaria in legislazione di principio o d’indirizzo e in
legislazione attuativa o regolativa rispettivamente di competenza del Parlamento
Legislatore e del Governo ai tre livelli amministrativi (Stato, Regioni e
Comuni).
In questa ipotesi un elemento molto ristrutturato è la
legge. Non solo il processo formativo in cui vengono potenziate le possibilità
d’intervento del comune elettore ma anche la sua struttura e manutenzione che
la deve rendere lo spirito in cui il popolo si riconosce e non un assurdo gioco
dell’oca perfettamente logico e perfettamente inconcludente.
Per mantenere la coerenza legislativa si individuano due
condizioni: tutte le leggi devono appartenere a corpi normativi tematici unici
in cui coesistono e della cui coerenza e comprensibilità viene assicurata dalla
funzione del Presidente di ogni livello.
Per la messa in manutenzione ordinaria e straordinaria
delle leggi vi è una funzione inedita del Presidente dello Stato e la creazione
dei corrispettivi Presidente di Regione e Presidente del Comune, nell’opera di
gestione del processo legislativo e nella manutenzione delle leggi vigenti per
impedire le degenerazioni ipertrofiche, le criticità e le disomogeneità del
corpo di leggi prodotte dai Parlamenti Legislativi e dei regolamenti prodotti
dagli Esecutivi. La necessità di essere corretti ed ordinati nel legiferare non
si può lasciare a chi legifera come la storia dimostra indiscutibilmente.
La costruzione istituzionale viene basata su cinque tipi
di parlamenti differenziati e una radicale modifica delle funzioni del Capo
dello Stato nella gestione delle loro interazioni e dalla dipendenza dello
stesso da essi.
In questo ragionamento gli
elementi descritti seguono una logica “per esclusione di conflitto d’interesse”
e una logica di “influenza reciproca e di bilanciamento dinamico” che ne
determina lo sviluppo e la conformazione.
Emergono con nettezza due
sistemi complementari di selezione della classe politica legislativa e
deliberativa basati su elezioni pesate, condizionate e frequenti chiamate
“Elezioni Sinergiche” e selezioni casuali e condizionate chiamate “Selezioni
Sinergiche”. La validità della delega politica per elezione determina che ad
ogni rappresentante corrisponda il peso dei voti rappresentati. E definisce un
metodo di ri-assegnazione periodica del “peso” di delega e della sostituzione
dei rappresentanti politici che unisce le caratteristiche di mandato senza
vincolo alla possibilità di revoca di delega per i rappresentanti eletti. Per i
rappresentanti estratti con metodo statistico prevede meccanismi di controllo
della correttezza per il breve periodo in cui svolgono la funzione regolativa.
I tre livelli istituzionali
Comune, Regione e Stato risultano con forti caratterizzazioni delle istituzioni
Comunali e Regionali rispetto agli assetti vigenti che portano ad accorpamenti
e plasticità di coordinamenti istituzionali fra le articolazioni
politico-amministrative-territoriali. Il livello Regionale risulta essere un
livello aggregativo della rappresentanza politica dei Comuni e quindi un
livello amministrativo-politico di sinergia e coordinamento delle identità
locali.
La proposta delinea un Governo
costruito sulla collegialità subordinata al Capo del Governo. Viene affermata
la sfiducia costruttiva nella sostituzione del Governo e la sfiducia selettiva
dei singoli Ministri o funzionari governativi da parte del Parlamento
Legislatore. Il Governo, che non può più
ricorrere al voto di fiducia sulle leggi, distinguendo così di fatto il potere
legislativo da quello esecutivo, può però ricorrere ai Parlamenti Deliberativi
per agevolare l’approvazione di leggi ritenute cruciali e che non trovano
adeguato supporto nel Parlamento Legislatore con meccanismi di variazione del
tipo di maggioranza richiesta in sede legislativa condizionata dalle sedi
deliberative.
Decine di meccanismi e
dinamiche istituzionali esposte in un’articolata trattazione.
La “sinergia” richiamata come declinazione del concetto
di Democrazia trova senso compiuto nel complesso di relazioni che rendono gli
elementi istituzionali indicati reciprocamente condizionanti e amplificanti.
Nulla di semplice trattato, con i vistosi limiti
dell’autore, in modo quanto più semplice!
Nota Bene:
Parti di questa esposizione sono appena abbozzate o
incompiute in quanto l’impresa è difficile per una persona sola, ignorante e affetta
da dolorosi sprazzi di lucidità, quindi sono graditi e desiderati interventi a
completamento, rielaborazione o argomentazioni critiche anche feroci.
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